Uzak 45 | inverno/primavera 2024

Rapsodie

Diego Mondella
22-09-2014


Il quindicenne Gary cerca di affrancarsi da un padre violento e alcolizzato, capace di compiere qualsiasi mostruosità. Trova aiuto e protezione in Joe, un uomo duro, solitario e devoto al suo lavoro. La loro è una lotta per la sopravvivenza nell'ostile terra del Texas.






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Pietro Masciullo
15-09-2014


altRitorno a Itaca. Perché se l’Odissea novecentesca delle ideologie è fatalmente giunta alla fine del suo viaggio, non resta che rifugiarsi nel Mito, nel regime del puro immaginario, tornando a casa dopo sedici anni per fare i conti con chi è rimasto.


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Michele Sardone
25-08-2014


altAbel Ferrara s'aggira per Mulberry Street, una delle vie principali di Little Italy, che è stata location di alcuni dei suoi primi film, vagabondando per gli stand in corso di allestimento per la festa di San Gennaro, che dura dieci giorni: questa potrebbe essere la trama. Eppure, nessuno degli elementi appena nominati è l'oggetto del film.


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Matteo Marelli
18-08-2014

«Una nuova mitologia si presenta
proprio nelle propaggini mature della modernità […].
Il mezzo che richiama alla ribalta nuovi mitologemi
di una società ormai avviata verso il suo divenire-massa […]
è il cinema».
(Karl Marx, Per la critica dell’economia politica)

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Nicola Curzio
04-08-2014


altNel suo celebre saggio dedicato allo studio dei colori, Goethe propose uno dei primi esemplari di “cerchio cromatico” (in inglese color wheel) dove «i colori in esso diametralmente opposti sono quelli che nell’occhio si richiamano reciprocamente. Così il giallo richiama il violetto, l’arancio l’azzurro, il porpora il verde, e viceversa. Così anche le gradazioni si richiamano reciprocamente, il colore più semplice richiama quello più composto e il più composto quello più semplice» (Goethe 2013, p. 33). Incuriosisce il fatto che il secondo lungometraggio del giovane americano Alex Ross Perry, intitolato appunto The Color Wheel, sia stato girato interamente in bianco e nero, su pellicola 16mm. Dove sono i colori?

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Luigi Abiusi
20-07-2014


altC’è un che di rassicurante nel sapere che dopotutto, dopo tutti i passivi nichilismi e cinismi di certo cinema mitteleuropeo, vaghi per l'Europa una nuova generazione di registi entusiasti e malinconici, ironici e lirici allo stesso tempo, smodati soprattutto rispetto ai canoni di equilibrio iconico-narrativo che vigono nel cosiddetto cinema d’autore; capaci di reinventare non solo la propria tradizione mediterranea, ma anche quella più dialetticamente europea, almeno a partire dalla comune base cogitante illuminista e arrivando a un postmodernismo che, fuori da citazionismi a sé e dentro la rianimazione e la mutazione della carne letterario-cinematografico-musicale, si presenta come l'unica forma di umanesimo possibile, anche contro certi richiami all'ordine realistico (io direi più che altro, descrittivo-mimetico) di cui s’è letto qua e là nei mesi passati.

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Vincenzo Martino
14-07-2014


alt«Penso che se il diavolo non esiste, ma l’ha creato l’uomo, l’ha creato a sua immagine e somiglianza» (I fratelli Karamazov, Fëdor Dostoevskij)

L’impiegato di un ente governativo, Simon, (ri)vive le stesse giornate sentendosi costantemente fuori dal suo corpo («come Pinocchio è un ragazzo di legno, non vero»). La sua frustrazione partorisce un doppio, un dostoevskijano Sosia (lo script è basato sull’omonimo romanzo) che è, allo stesso tempo, suo opposto.

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Gemma Adesso
07-07-2014


altQuesto è il luogo delle mute cose

Sabato 26 aprile 1986. L'umano comincia alla fine di una settimana di fatica, con un’esplosione e una nube che arriva dal cielo, fumi tossici e tinte fosche a sgomentare l'infanzia. Chernobyl più che il nome di un luogo fisico, è la definizione della minaccia aerea, un terrore impalpabile che si insidia nella pelle e modifica il respiro. È l’ombra nera che arriva di notte per portare via dai sogni, un voto alla terrestrità, la fuga furibonda e la perdita improvvisa di un celeste fondamento.

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Carmen Albergo
30-06-2014


alt«[…] in casi di questo tipo, la scoperta del dettaglio che "significa", più che offrire la prova di una perspicacia analitica da parte di colui che osserva il quadro, offre la prova di una efficacia propria di quella pittura in cui il dettaglio è stato pensato come esca per lo sguardo, punto di cattura. La potenza di un’esca del genere si misura dal fatto che la fissazione sul dettaglio induce lo sguardo a cercare qualcos’altro rispetto a ciò che il dipinto mostra.
Così crediamo di essere freudiani, perché siamo incuriositi da ciò che non si vede […]» (G. Didi-Huberman, La conoscenza accidentale)

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Diego Mondella
23-06-2014


Durante gli anni della guerra in Corea, gli ufficiali della RAF Bill e Percy rimangono in patria nel campo d'addestramento per formare le nuove reclute. Tra soprusi e minacce dei propri superiori, impareranno quanto può essere dura la vita militare anche senza stare in trincea.



 

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