Rapsodie

Michele Sardone
28-04-2014


Jia Zhangke raccoglie una serie di interviste ad alcuni testimoni a riguardo di eventi significativi accaduti durante gli anni delle Rivoluzione Culturale cinese. Come spazio comune viene scelta Shangai, ma le traiettorie delle diverse vicende attraversano anche Hong Kong e Taiwan.


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Diego Mondella
14-04-2014


altUn gatto parlante chiuso in gabbia scandisce il tempo di un'attesa. I suoi padroni, Sophie e Jason, hanno trenta giorni a disposizione per cambiare la propria vita di coppia. Tra ordinaria quotidianità e desiderio di voler essere qualcun altro, il destino è affidato ai poteri magici di Jason...


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Matteo Marelli
07-04-2014


alt«E il Signore Dio disse:
“Non è bene che l’uomo sia solo:
voglio fargli un aiuto che gli corrisponda”»
(Gen. 2, 18)

Lee Kang-sheng / Denis Lavant: iridescenti dioscuri protagonisti di percorsi cinematografici che ne hanno fatto incarnazioni fantasmatiche di quella che Bauman, ad esempio, definisce società dell’incertezza, o modernità liquida. Figure proteiformi che superano la logica dell’identità nel senso di una moltiplicazione dei processi di identificazione; chiamati a rappresentare «il mondo attorno […] tagliuzzato in frammenti scarsamente coordinati – abitato da -  vite […] frammentate in una serie di episodi mal collegati fra loro» (Bauman 2003, p.4).

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Nicola Curzio
31-03-2014


altAttraverso il finestrino di un’automobile in corsa, un fotografo riprende il paesaggio circostante. Le immagini del video barcollano assecondando la strada sconnessa. Apparentemente, un comune “filmino di viaggio”, un punto di vista registrato e riproducibile, un personale e privato home video. A un tratto, un gregge di pecore occupa lo spazio della ripresa; l’occhio meccanico della telecamera s’ipnotizza e quel flusso di animali si trasforma, si astrae, si stacca per divenire qualcos’altro: immagine. Prima ancora dell’immagine video/cinematografica, però, è l’atto stesso dello staccarsi, del separarsi, che qui, e altrove, nel cinema di Atom Egoyan, assume rilevanza decisiva.

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Leonardo Gregorio
24-03-2014


Un uomo – passato dai tempi lontani dell’alcolismo a una vita più ordinata, più vicina al volere di Dio – muore. Ha avuto sette figli maschi da due diverse donne. Tre, da una parte, ancora non gli perdonano di averli abbandonati e continuano a odiarlo. Gli altri quattro figli, invece, continuano ad amarlo. Il suo funerale segnerà l’inizio di una violenta faida fra i due gruppi.

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Vincenzo Martino
17-03-2014


«Un suono non deve mai venire in aiuto a un’immagine, e un’immagine non deve mai venire in aiuto al suono […] non bisogna che immagine e suono si prestino man forte, ma che lavorino ognuno a sua volta in una specie di scambio continuo». (R. Bresson)



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Gianfranco Costantiello
10-03-2014


Nella periferia di Taipei, al Fu-Ho, un cinema prossimo alla definitiva chiusura, si proietta, in una notte di pioggia sferzante, un wuxiapian del 1967, dal titolo Dragon Inn. Tra gli angusti corridoi, i sottoscala, i magazzini, i bagni di questo fatiscente edificio, si muoverà un corteo di spettri, un’erranza di fantasmi, un vagare di sonnambuli come mossi dai ricordi puri del sogno e del contatto umano.

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Vanna Carlucci
03-03-2014


ndIncroci, rimandi, omaggi: Hong Sang-soo sfiora i confini di un luogo per entrare in un altro tempo, si colloca in mezzo a quel cinema francese che è stato, tra gli altri, di Rhomer e che svela dei personaggi succubi di un inganno, di una trasparenza opaca della vita, di un desiderio inconscio e che è un conflitto interiore e morale.

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Matteo Marelli
24-02-2014


Cytaem blokadnuju knigu, “leggendo il libro dell’assedio”, l’Assedio di Leningrado. Questo il titolo e il soggetto letteralmente affrontato da Sokurov. All’interno d’una sala di registrazione persone di diversa professione, età, coinvolgimento con l’argomento trattato, si alternano al microfono per leggere pagine di diario di chi visse in prima persona quella tragica esperienza durata dal settembre del 1941 al gennaio del 1944, che conta, solo di civili, un milione di morti.

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Michele Sardone
17-02-2014


Un corpo si muove nello spazio. Traccia traiettorie, misura con i passi la durata di uno sguardo, ma soprattutto prende coscienza di che cos’è un territorio: un’intelaiatura di segni, una struttura che si appropria dello spazio e, attraverso i nomi dei luoghi, (questa è l’Algeria, di là Marsiglia, in mezzo il mare e la speranza di incontrare un marinaio che ti porti via) ne definisce il senso.

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