Parafrasando i Daft Punk: Electroma è un robotico videoclip che cerca in tutti i modi di trasformarsi in umano cinema. È la tragedia di due macchine autocoscienti che fallendo nel tentativo di farsi umane decidono di distruggersi in un deserto rosso di gusvansantiana memoria.
Calais, Nord della Francia. Migranti che aspettano di riuscire ad attraversare la Manica, conquistare la traversata, raggiungere l'Inghilterra. Nel frattempo si tengono lontano dalla polizia. Attendono, si lavano, fumano, si nascondono, si scaldano mentre raccontano della fatica, dei soprusi e delle loro identità travolte.
[dal catalogo del Torino Film Festival 2011]
Durante una piovosa sera d'estate, Bibiane, giovane donna di 25 anni, con la sua auto investe un passante che attraversa la strada. Spaventata, fugge. L'uomo va a casa e si spegne serenamente nella sua cucina. Ma la vita di Bibiane non impiega molto tempo a trasformarsi in caos quando incontra Evian, un uomo bello e molto loquace, che non è altri che il figlio dell'uomo che è stato investito.
[dalla sinossi ufficiale del film]
Leonardo GregorioAna ha appena scoperto che il suo cancro è terminale. Jack è da poco uscito di prigione ed ha disperatamente bisogno di soldi. Harold viaggia in autostop all'inseguimento della sua passione. Non hanno nulla in comune oltre a non avere nulla da perdere. Per questa ragione e per un paio di bigliettoni i tre incominciano un viaggio insieme...
[dalla brochure del film]
Ming, cinico trafficante di droga, si schianta in auto contro un negozio dopo l’esplosione del suo laboratorio dove si fabbrica eroina. Si salva la vita, ma ha la moglie e il cognato bloccati dentro la fabbrica. Lei, funzionario di polizia intelligente e attento, prova a rintracciare gli altri criminali offrendo a Ming l'opportunità di ridurre la pena detentiva. Ming decide di aiutarlo, tradendo tutti i suoi fratelli, ma all'ultimo minuto... Un viaggio all’interno del labirinto di mafia e traffici illegali, il primo film cinese che osa parlare apertamente di droga.
[Dal catalogo del Festival Internazionale del Film di Roma]
«Ma certo. Che ne potete sapere voi? Avete mai sentito il suono di un violino? No. Perché se aveste ascoltato le voci dei violini come le sentivamo noi, adesso stareste in silenzio, non avreste l'impudenza di credere che state ballando. Il ballo è... è un ricamo... è un volo... è come intravedere l'armonia delle stelle... è una dichiarazione d'amore... Il ballo è un inno alla vita».
Il prefetto Gonnella in La voce della luna (Federico Fellini, 1990)
Fiction: quanto è frutto della fantasia e dell'inventiva, contrapposto a quello che fa riferimento a eventi reali. Non Fiction: Solondz.
Michael è un giovane assicuratore modello con un orrendo segreto da nascondere. Nessuno lo scopre, almeno fino a quando la madre non scende nello scantinato della sua abitazione. Una porta blindata la separa da una verità che ci pone davanti alla “iper-normalità” dell'abiezione umana.
Hukkle è una parola onomatopeica che imita il singhiozzo. È il singhiozzo di un uomo anziano che scandisce come un metronomo il ritmo dell’esistenza di un intero piccolo universo rurale, autosufficiente, composto da microcosmi altrettanto autosufficienti. Tra questi, quello degli uomini toccato da morti misteriose, tra loro collegate da un apparentemente innocuo scambio di bottigliette che passano di mano in mano tra le anziane donne del paese.
Aita è la successione di svariate inquadrature fisse intorno e all’interno di una vecchia villa basca del Tredicesimo secolo, disabitata e morsa dal logorio del tempo, ereditata dal regista Josè Maria De Orbe. Un anziano custode se ne prende cura estirpando i rovi abbarbicati sulle persiane, rigovernando il giardino, tarantolando da un corridoio ad un altro e da una stanza all’altra nell’avvicendarsi di buio e luce.