Jack goes boating. Jack va in barca. Non come Robert Louis Stevenson, lo scozzese malaticcio che girava il mondo da un sanatorio all’altro facendo leva sulla sua malattia – sfruttandola – per placare la sete di corsa e di vita, tanto da arrivare nel 1880 a biasimare profondamente gli inglesi per il disprezzo che provavano per le storie avventurose; no, piuttosto come Jerome K. Jerome, altro figlio della Britannia – e non è un caso: l’Impero Britannico non si reggeva forse sulla trinità albionica composta dalla regina Vittoria, il golden standard e la Royal Navy? –, precursore di uno dei massimi paradigmi della società moderna, il tempo libero e il viaggio turistico, le zone d’ombra illuminate dalla sottile e indolente ironia di Tre uomini in barca.
Un uomo prossimo alla pensione segue, nel Cile attuale, le lezioni di francese di Jean Giono, racconta alla radio di quando, da bambino, andava al cinema con Beethoven e ricorda i lunghi tramonti dorati in compagnia del temibile pirata Gamba di legno. Nel frattempo, un'oscura trama di assassini incrociati avviluppa il suo presente...
Una telefonata di Candy, splendida “puttana” meticcia, certa, dopo la morte di un carissimo amico, di essere la prossima vittima, riporta, a distanza di 30 anni, João Rui Guerra da Mata a Macao. Un viaggio che crede lo farà tornare indietro nel tempo, ai giorni più felici della sua vita. Ma lì non trova più alcun punto di riferimento, la trasformazione ha cancellato qualsiasi traccia della colonizzazione. La città è una quinta barocca, ché non cessa di modificarsi e cambiare forma sotto i nostri occhi.
Lisandro Alonso con La libertad (2001), Los muertos (2004), Fantasma (2006) e Liverpool (2008) rivoluziona, in appena sette anni, il linguaggio cinematografico argentino, rompendo con la tradizione e accordandosi alla visione del nuovo corso già intrapresa da Pablo Trapero, Lucretia Martel, Martin Rejtman, Celina Murga ecc.
Tra le sterminate praterie del Texas, in territorio di Frontiera, adolescenti e non praticano quotidianamente sesso. E violenza. Dal sedicenne Adam che è fidanzato con la coetanea Inez ma va al letto con la vicina di casa più grande Donna. Al rude poliziotto Tom, la cui morbosa fissazione per la famiglia del ragazzo sfocia nel sangue. Un giorno si insedia nella comunità locale una giovane e affascinante artista che, come una maledizione, a poco a poco semina il germe del peccato...
Un collegio femminile, un parco recintato e lo sviluppo di tre ragazzine in bilico tra giochi d’infanzia e l’opportunità di diventare adulte. Il mistero dell’innocenza e il desiderio di perderla.
Antoine esiste a giorni alterni. I giorni di esistenza sono occupati dalla presenza insostenibile del vuoto che verrà. Imprigionato in un presente senza legami, non possiede passato né immagina un futuro diverso dall’attesa che dilata le ore. Un giorno d’esistenza incontra Clementine e la percezione del vuoto svanisce finché gli mancherà lo spazio del ritorno.
L’acqua scorre trasportando con sé altre immagini, come quelle dei versi della poesia In quale bosco di Pierluigi Cappello: «Dove hai incontrato/te stesso in chissà quale bosco dei miei occhi/quando ti sei voltato e mi hai detto, Dio, quanto sole/così lontano, diverso, quanto ad uno ad uno i giorni/stringono il cuore e separano». Dove le parole: bosco, occhi, giorni, cuore, si seguono e si inseguono, nel loro incontrarsi, stringersi, separarsi. Proprio come le immagini del cinema di Mauro Santini, e del suo ultimo film Il fiume, a ritroso, che si incontrano, si stringono, intrecciandosi, e si allontanano, separandosi, perdendosi, per poi ritrovarsi, ancora, nel sapore delicato dei gesti e degli sguardi che si ripetono nel tempo che ci attraversa.
Russia 2020. Tre uomini e due donne della ricca borghesia moscovita giungono al Target, un luogo sperduto dell'ex URSS, le cui radiazioni hanno la proprietà di dare l'eterna giovinezza. Ritornati a Mosca insieme a un'abitante di un villaggio vicino il Target, scopriranno che la loro percezione dell'esistenza è mutata in modo irreversibile e tragico.
John Baltimore nel "bel mezzo del cammin di sua vita si ritrova per una selva oscura, ché la diritta via era smarrita". Una dimensione onirico-allucinatoria, avvolta nelle classiche nebbie del gotico vampiresco, squarciate da fiammeggianti fluorescenze. A guidarlo all’origine dei propri spettri, per poterli rendere reali e trasformali in strumento per dare spiegazione del reale, il primo fra i poètes maudits, Edgar Allan Poe.