Uzak 45 | inverno/primavera 2024

Rapsodie

Valentina Dell'Aquila
08-11-2018

Si dice che nel rivolgersi all’erede, Luigi XIV in punto di morte, parlasse di sé come d’un trapassato e che poi il popolo, appresa la sua morte, trasalì di gioia, danzò e cantò la fine di quel tiranno... Per evitare tumulti, il cadavere non attraversò la città, ma venne occultato per vie traverse. "Il cadavere” dice Dumas “entrando nella Basilica, non sfuggì agli insulti di quei miserabili”.

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Luigi Abiusi
03-11-2018

Nel giorno in cui la canaglia fascista infesterà le strade di Trieste, mi piace ricordare il libro di Umberto Saba, quello del titolo, che dice di uno spazio diverso, di contestazione: una città contigua al femminile e alle sue prerogative di grazia, arguzia, bellezza fiammeggiante. E in effetti questo Trieste Science Fiction ne propone: a parte la presenza di Stoya, protagonista algida, abbagliante nel suo biancore al silicio, di Elderlezi Rising (diretto da Lazar Brodoza), viaggio buio, viaggio al neon, e all'eros, nelle plaghe dello spazio profondo; direi soprattutto l'immagine finale di Freaks (di Zach Lipovsky), trionfo di forza femminile che vola, si libera nel cielo in coordinate di Matrix.

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Alessandro Cappabianca
29-10-2018

Sono tutti in vario modo interessanti, e di proficua lettura, i saggi contenuti nel recente volume edito da Ombre Corte, L’insorto del corpo. Il tono, l’azione, la poesia. Saggi su Antonin Artaud (a cura di Alfonso Amendola, Francesco Demitry e Viviana Vacca): interessanti ma non esenti (salvo qualche eccezione) da un certo manierismo.

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Mariangela Sansone
25-10-2018

Tutto è liquido, acqua, fluidi, pioggia; lucide e umide gocce scivolano tra le ramificazioni tese, accarezzano il fogliame e irrorano radici ben salde nel soffice terreno immerso, in una ritmica sinfonia tamburellante. Una storia misteriosa, tra le tenebre, i lamenti di piante carnivore e incubi osceni nella circolarità dei movimenti della mdp che scruta i volti e ruota intorno al corpo, alla ricerca del sé, proprio là dove il corpo appare frazionato in frammenti scomposti dell’immagine, frames in cerca di un ricongiungimento. Mostri che emergono da un maelstrom paludoso, da territori liquidi, animati da correnti agitate nelle profondità, sotto una superficie apparentemente calma e vitrea, ciò che non si vede e non si conosce spaventa, per la sua diversità e per la sua unicità.

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Giulio Vicinelli
23-10-2018

Bella, anzi bellissima, la storia di Emanuela Ligarò, in arte Gold Mass, “artigiana delle frequenze” che col suo primo demo, arrivato solo dopo un apprendistato di studi, ascolti e composizioni durato anni, conquista l’attenzione di produttori internazionali del calibro di Howie B, che ha prodotto fra i tanti Björk, gli U2, e l'oscuro Tricky, di Marc Urselli, che tutti ricordano come produttore di Lou Reed, Nick Cave, Patitucci, Mike Patton e Jhon Zorn, e di Paul Savage storico produttore dei Mogway, con cui poi è effettivamente entrata in studio per lavorare a Transitions, l’album che uscirà ad Aprile 2019.

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Alessandro Del Re
20-10-2018

 «-Perché continui a filmare?
- Per la memoria»

Still Recording è un atto d’amore. Il protrarsi di un’idea oltre la propria morte, in costante lotta contro la sua natura. Incrinandosi fino a spezzarsi, il vertoviano uomo con la macchina da presa erra tra le rovine di Douma alla ricerca della stasi, momento in cui la vita travalica la guerra, mostrando squarci dai quali sgorga il senso stesso del gesto-cinema.

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Luigi Abiusi
17-10-2018

A Star is Born porta inscritto già nel titolo il proprio destino di comparazione, ma anche al di là dei precedenti rifacimenti: si tratta proprio di ripensare immediatamente il film alla luce del classico, del melò, di modalità classiche di racconto cinematografico (quindi guardando soprattutto a Cukor); e di rintracciarne, per via di sviluppi e snodi narrativi, eventuali questioni teoriche, di scrittura.

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Giovanni Festa
15-10-2018

Spesso il cinema (che, oggi, ricoperti come siamo di una seconda pelle elettronico-mediatica, è ovunque, expanded e diffuso e lo si incontra sulle pareti della metropolitana, nella sfilata di televisori dei grandi magazzini, sullo schermo dei telefoni cellulari, sui pullman turistici, o proiettato sul letto limaccioso di un fiume, ma in forme compresse, ottuse e inerti) si inceppa producendo qualcosa come un alone, una interferenza, un contagio che assume varie forme. Trompe l'oeil e Anamorfosi sono due di queste.

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Alessandro Cappabianca
10-10-2018

Con l’invenzione degli specchi, ma ancora prima, rimirandosi come Narciso nelle più varie superfici riflettenti, e poi con l’arte del ritratto (pittorico o scultoreo), l’umanità, come sosteneva Borges, ha coltivato l’arte abominevole di moltiplicare se stessa? Io direi piuttosto che ha messo in opera tutti i mezzi possibili per moltiplicare la propria effige, e poi per eternarla, farla esistere anche dopo la propria morte: tentativi di sopravvivenza.

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Luigi Abiusi
06-10-2018

Nella prefazione alla Persuasione e la rettorica di Carlo Michelstaedter si legge «io lo so che parlo perchè parlo ma che non persuaderò nessuno […] o in altre parole “è pur necessario che se uno ha addentato una perfida sorba la risputi"», che dice, implica, la volontà di una resistenza umanistica, di un parlare produttivo, persuasivo, in tempi di Rettorica propagante, prevaricante (certo, la retorica, la sorba risaputa del mondo volgare, ottuso, privo di dialettica, ma non per questo non veritiera e pressante e denunciabile) e riguarda ovviamente anche quello che si può e si deve dire a proposito delle opere, delle immagini (e che oggi si fa con sempre maggiore violenza, senza argomenti, anzi con il gusto, il compiacimento di non averne, di dileggiare opere e autori, in estasi da followers), visto che sto qui proprio per dire delle immagini di D'Anolfi e Parenti.

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